La Motta Argelatese

Il "dente del Diavolo" della Mota: nuove indagini tra mappe catastali e struttura esterna

"Questa non può essere la Mota" mi ha detto la mia vicina osservando con la lente la pianta della Mota (o Motta) in un rogito del 1922. "Non vedi questo 'dente' che sporge dallo stabile? La Mota non lo ha mai avuto". Osservo meglio la pianta e quel "dente" mi pare stranamente famigliare. "Per quello che ne sappiamo a oggi" le rispondo, poi proseguo sotto il suo sguardo incuriosito "La verità è che mi sembra di averlo già visto altrove quel 'dente'. Il problema è ricordarmi dove...".

La Motta di Argelato in un rogito del 1922Da qualche mese a questa parte, discussioni simili non sono inusuali fra me e Lia, la mia vicina di casa. Lo stimolo che suscitano è la spinta ad analisi come quelle illustrate nel mio articolo dedicato alla Struttura della Mota.

La fase di osservazione dell'architettura e di alcuni elementi strutturali di un edificio è essenziale quando si vuole arrivare a comprenderne l'origine. Motta di Argelato nel Catasto Pontificio del 1817 e 1821Perciò, mi sono messa alla ricerca tra i miei "archivi" della mappa o dell'immagine nella quale avevo già scorto quella sporgenza. E l'ho trovata, nel Catasto Pontificio (1817 circa) e nel Catasto Gregoriano (1850 circa).

All'improvviso, ho cominciato a collegare alcuni elementi che, presi singolarmente, non avevano alcun senso: qualche tempo prima, camminando sulla Via Centese, sul lato opposto alla Mota, fermandomi nei pressi della Biblioteca, ho notato che sul lato nord c'erano 6 finestre, delle quali 5 equidistanti. L'ultima fila, su tutti e 3 i piani, era decisamente più isolata dalle altre.

Successivamente, nel fare il giro completo del palazzo, ho rilevato al lato sud 5 finestre, tutte equidistanti; al lato ovest (su Piazza della Libertà) 3 finestre equidistanti concentrate al centro della parete; al lato est (su Via Giovanni XXIII) 4 finestre concentrate tra il primo e secondo piano, delle quali 3 sommariamente equidistanti, concentrate sulla sinistra, ed una più isolata.

Contemporaneamente, come già accennavo nell'articolo sopracitato, sulla scala di Via Giovanni XXIII, esiste una rampa di scale nascosta ed inutilizzata che sembra essere collegata al secondo piano dell'ala ovest.

Mota di Argelato lato NordDunque, incrociando l'elemento mappe catastali con i particolari ben visibili nell'architettura dello stabile, sono arrivata ad ipotizzare la possibilità dell'aggiunta di una porzione di fabbricato in coincidenza dell'angolo nord-est dell'edificio. Mota di Argelato lato SudAltre teorie sui motivi di questa asimmetria architettonica mi paiono abbastanza deboli.
Devo forse pensare che i costruttori, arrivati ad un certo punto dell'edificazione, si siano accorti all'improvviso che il lato nord-est non aveva abbastanza finestre? Non penso possa essere andata in questo modo, in quanto la centralità delle finestre al lato ovest mi fa pensare ad una parete nata così, mentre la parzialità delle 3 finestre sul lato est, tutte concentrate sul lato sinistro, mi fa pensare ad una parete sorta originariamente con una estensione inferiore.

La domanda che nasce spontanea è: quando questa modifica strutturale potrebbe essere stata attuata? Dagli inizi del 1800 e fino al 1922 quello che io ho soprannominato il "dente del Diavolo" esisteva, salvo errori di perizia nelle mappe catastali.

EMota di Argelato lato Ovestsiste una sola immagine della Mota nel 1922, ma l'angolo interessato non è visibile, a discapito dell'indagine. Poi si passa direttamente a panoramiche degli anni '40 e '50 dove l'edificio appare già rettangolare, come lo vediamo oggi. Nel 1925, oltretutto, in quella parte di Mota interessata all'aggiunta si insediarono i Veronesi (piano terra e primo piano).
Quindi, si può supporre che tale porzione di fabbricato sia stata costruita fra il 1922 ed il 1925, probabilmente a carico della proprietà di allora. Ma a cosa poteva servire questo angolo non costruito del palazzo? E qui torniamo alle discussioni con la mia vicina. Abbiamo ipotizzato (forse in maniera più fantasiosa che progettuale) ad un pergolato con funzione di ricovero per cavalli, muli o altro bestiame. Mota di Argelato lato Est
La scala "cieca" che sorge al confine tra la parte già esistente nelle mappe e quella che suppongo possa essere stata aggiunta, potrebbe essere testimonianza di un accesso al lato ovest dell'edificio direttamente dal lato est, poi reso inutilizzato dalla costruzione della nuova ala e forse anche di una nuova entrata, quella da Via Giovanni XXIII.

Non vorrei, alla fine di questo articolo, avere innescato il principio di una nuova leggenda. Eppure, ritengo gli elementi strutturali siano dalla mia parte. La speranza è che nella "galassia" di progetti conservati in archivi o catasti esista la documentazione atta a provarlo o a chiarirre le mie ipotesi.