Mi guardo attorno riparandomi gli occhi con la mano: attorno a me c'è molto silenzio e tanta luce. Vigorso è una piccola località del Comune di Budrio immersa nella campagna, affiancata dall'Idice, con poche case e due edifici storici principali: una di questi è la chiesa dedicata a San Marco Evangelista.
Si trova a qualche centinaio di metri da me, separata solo da una strada dalla cinquecentesca Villa San Marco, già dei Conti Zani, molto famosa per essere stata anche proprietà del Conte Cesare Mattei, oltre che per aver ospitato illustri personaggi.
Mentre raggiungo l'area, mi rendo conto di quanto le sorti di questi due edifici, un tempo accomunate dalla medesima proprietà, si siano ormai da tempo inesorabilmente divise e della condizione di immobile abbandono al quale la chiesa è condannata da oltre 30 anni.
Questo territorio e la sua chiesa hanno origini antiche. Il nome della località deriva da "Vicus Urseus" (Borgata dell'Orso), ma viene ricordata con il nome attuale già dal 1276.
E' sempre stata descritta come una località fertile e molto produttiva, ben coltivata, abbondante in canapa, uva, frumento ed altri generi rurali, popolata da una comunità tranquilla e, almeno fino alla prima metà dell'Ottocento, priva di particolari notizie storiche di guerre civili.
La Chiesa di San Marco Evangelista, secondo alcuni documenti conservati presso l'Archivio Arcivescovile, esisteva già nel 1378, ma si ipotizza che la sua costruzione risalga a più di un secolo prima. Nel 1578, appare nei disegni di Egnazio Danti accanto alla villa dei Conti Zani. Si trattava di un edificio di modeste dimensioni, apparentemente senza campanile, con un piccolo locale di servizio annesso e forse un pozzo. Solo intorno al 1640, sotto la guida del Parroco Don Alessandro Poloncini, fu condotta alla grandezza che conosciamo oggi.
Nelle Chiese Parrocchiali delle Diocesi di Bologna del 1844, Enrico Corty la rappresenta come una costruzione straordinariamente solenne, dalle linee classicheggianti, costituita da tre corpi con ingresso centrale ed il campanile, circondata da un bel giardino curato. Questa rappresentazione non corrisponde alla realtà attuale semplicemente perché è ispirata al progetto di riammodernamento dell'Ingegner Francesco Paterlini, che avrebbe dovuto essere realizzato a spese dell'allora parroco e dai Signori Mattei in qualità di benefattori, ma che a quanto pare non fu mai eseguito.
La porta aperta è, suo malgrado, un chiaro invito ad entrare. Ma affacciandomi con lo sguardo non vedo altro che uno spazio vuoto e desolato, nel quale il silenzio è interrotto solo dallo svolazzare allarmato di qualche piccione.
All'ingresso, sopra l'ormai malconcio balcone del coro, si trova l'affresco di San Marco con il leone, ripreso nell'atto di divulgare quanto scritto nel libro che regge in mano. E' un'immagine dal forte potere evocativo, ma purtroppo condannata ad assistere ogni giorno al degrado nel quale la sua chiesa sta precipitando: trittici svuotati delle immagini sacre che recitano preghiere ormai prive di significato, statue di santi spezzati nelle nicchie, lapidi commemorative di persone che hanno fatto parte di questa comunità ormai consumate dal tempo.
Ma quello che più lascia senza fiato è la grande assenza che si percepisce alle spalle dell'altare. Racchiuso nella maestosa cornice decorata da cherubini che oggi è rimasta vuota, si trovava un magnifico dipinto rappresentante San Marco con Sant'Antonio Abate e San Sebastiano realizzato nel 1773 da Ubaldo Gandolfi.
Il dipinto, un olio su tela di ragguardevoli dimensioni, raffigura San Marco Evangelista, in una veste rosso acceso, nell'atto di trarre ispirazione per la scrittura del Vangelo sul libro all'ombra del quale si nasconde il leone. In primo piano, San Sebastiano è raffigurato seduto, con le frecce conficcate nel corpo, l'elmo da soldato ai piedi ed un angioletto che gli offre la palma del martirio. A fianco di San Marco, visibilmente affascinato e coinvolto dal suo racconto, è Sant'Antonio Abate inginocchiato, affiancato dal fuoco, il campanello ed il maiale.
Oggi questo dipinto è conservato presso la Pieve di Budrio ed ha portato l'aurea luce divina che lo caratterizza altrove.
All'interno della chiesa si trovava anche l'organo Malamini-Franchini, che racchiude materiale fonico attribuibile a diversi autori ed a varie epoche (dal secolo XVI al secolo XIX). L'organo, fortunatamente recuperato dal degrado nel quale versava e restaurato nel 2005, è conservato oggi presso la cappella del Centro Protesi INAIL di Vigorso.
Esternamente alla chiesa la situazione non è migliore: se all'interno le volte della navata ancora reggono grazie alla buona tecnica costruttiva, gli edifici annessi sono già in buona parte crollati. L'elegante campanile, edificato nel 1813, conteneva originariamente tre campane fuse dal Rasori nel 1820. A quanto pare, queste campane sono state sostituite, perché nel 2014 dalla chiesa ne venne rubata una realizzata circa 70 anni fa, che successivamente fu ritrovata a Casalecchio di Reno e riconsegnata al parroco della Pieve di Budrio.
E' stato probabilmente l'ultimo gesto di offesa perpetrato all'edificio, il cui decadimento è iniziato nel 1987, a seguito della morte del parroco di Bagnarola che l'aveva in consegna. Nonostante sia stata utilizzata saltuariamente dal parroco della Pieve, lentamente le sue funzioni parrocchiali sono decadute, contestualmente alla spoliazione, ufficiale e non, dei beni che l'avevano arricchita e valorizzata.
A nulla sono valsi gli appelli da Bologna o da Budrio: la Curia, proprietaria del bene, a quanto pare non si pronuncia e non prende provvedimenti, forse perché il restauro della Chiesa di Vigorso non è più ritenuto un investimento fattibile o conveniente.
Eppure, le numerose opere realizzate per questa chiesa dovrebbero indurci a riflettere sull'importanza attribuita a questo luogo dalle passate generazioni e su quanto sia fondamentale preservare gli edifici storici, che rappresentano un'opportunità, per le future generazioni, di conoscere il proprio passato non solo dai libri, ma anche attraverso il confronto con una testimonianza visiva, palpabile, reale.
La Chiesa di San Marco Evangelista di Vigorso, oggi dimenticata, abbandonata e lasciata al degrado, avrebbe dovuto essere rivalorizzata in quest'ottica, rispondendo prima di tutto ad un'esigenza e ad una consapevolezza di tipo comunitario e culturale.
Ma evidentemente questo non è un messaggio in grado di arrivare abbastanza in alto nel cielo.
Bibliografia, documenti, link ed altri materiali utili alla scrittura dell'articolo:
- "Le Chiese Parrocchiali delle Diocesi di Bologna ritratte e descritte" con litografie di Enrico Corty – Tomo I, scheda n. 77 - Tipografia di San Tommaso D'Aquino (1844).
- "Dissegni di alcune prospettive di Palazzi Ville e Chiese del Bolognese" di Egnazio Danti, 1578 (disegno n. 207). Disponibile in formato digitale sul sito della Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna.
- Informazioni sul dipinto di Ubaldo Gandolfi dal titolo "San Marco, Sant'Antonio Abate e San Sebastiano" contenute nel database del "Museum with no frontiers", nella sezione "Discover Baroque Art" (museumwnf.org)
- Per l'organo Malamini-Franchini:
- "Gli organi storici di Budrio" – Articolo di Enrico Presti pubblicato sul portale academia.edu.
- Presentazione del concerto di inaugurazione del restaurato organo Malamini-Franchini (secc. XVI-XIX) a cura di Andrea Macinanti (24/11/2005)
- Documentazione del restauro a cura di Giovanni Pradella bottega organara presente sul sito pradella-organi.it Vigorso di Budrio - Centro Protesi INAIL - Malamini sec. XVI - Franchini 1861 - La cartolina storica della Chiesa di Vigorso è tratta dalle collezioni private della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna: N. Inv. BRI/ BO PROVINCIA 181 – Fondo Antonio Brighetti – Anni Cinquanta.
- Articoli e su riviste o web e video documentari:
- "San Marco di Vigorso: appunti di un abbandono" di Fabio Chiodini – Budrio Magazine senza confini, Anno III, n. 3 – 2009 (pag. 4)
- "700 anni di storia stanno scomparendo" di Sabina Borgatti (Arch.) - Sito Associazione Amici delle Vie d'Acqua e dei Sotterranei di Bologna.
- "Il triste declino della chiesa di San Marco di Vigorso" di Annina – Sito Diario Minimo.
- "Una lapide misteriosa ricorda Antonio Maria Valsalva" di Leonardo Arrighi – Sito Budrio Welcome.
- "Budrio, ritrovata l'antica campana rubata nella chiesa di San Marco di Vigorso" – Articolo su BolognaToday del 15 gennaio 2015.
- "Un vero gioiello abbandonato – la chiesa di San Marco di Vigorso" – video documentario a cura di Rikidraw. - Ringrazio in particolare Luca Marzocchi, lettore della mia pagina facebook, per le informazioni fornite circa la chiesa e le opere in essa contenute, molto utili per l'approfondimento della ricerca.
- Le foto scattate durante il sopralluogo nella chiesa, sono disponibili nell'album "Urbex - Chiesa di San Marco Evangelista" della mia pagina Facebook.







