Tipologia: formella e altarino (XVII secolo)
Collocazione: via Mazzini 53/55, Bologna (Portico degli Alemanni)
Origine del culto: diffuso dal 1428 (Forlì).
L'immagine è una delle più antiche xilografie oggi esistenti: era collocata dal 1425 sul muro di una scuola di Forlì. Durante l'inverno, la scuola era riscaldata da un focolare per tenere gli alunni al caldo. La notte del 4 febbraio 1428 nella scuola divampò un incendio, probabilmente a causa delle ceneri non completamente spente. L'incendio durò per più giorni distruggendo completamente la scuola. Solo l'immagine della Madonna venne rinvenuta intatta. I forlivesi videro nell'evento un miracolo e da allora c'è grande devozione verso la sacra immagine, che viene celebrata ogni anno con feste e piatti tipici, come la piadina della Madonna. La Madonna del Fuoco, considerata la protettrice della città di Forlì, è stata incoronata nel 1601 ed è oggi conservata nel Duomo di Forlì. Dove un tempo vi era quella scuola, sorge la Chiesa del Miracolo della Madonna del Fuoco. La xilografia, realizzata su carta comune applicata ad una tavola lignea, raffigura l’immagine della Madonna con Bambino con alle spalle il Sole e la Luna (antiche reminiscenze di un antico culto pagano, risignificato dai Padri della Chiesa). Sopra, entro un semicerchio, la Crocefissione di Gesù, e tutto intorno le figure di numerosi santi. E' acquerellata in giallo, rosso e verde per impreziosire i personaggi rappresentati e forse con l'intento di farla sembrare una tipica lignea icona tanto in uso a quel tempo. La devozione si è diffusa anche fuori Forlì, raggiungendo Cervia, Cesena, Rimini, Ancona, Roma e l'Uganda.
Descrizione: l'antica formella in cotto inserita nel muro del sottoportico di via Mazzini a Bologna, ancora ben conservata, riprende l'iconografia della xilografia su carta di Forlì, ma con l'immagine sacra avvolta dalle fiamme. Questo elemento aggiuntivo la connota notevolmente, essendo la formella collocata lontano dalla città di Forlì. All'interno delle fiamme sono la Vergine, il Bambino, ed appena dietro il Sole e la Luna. Alla formella fa da cornice una pittura che la impreziosisce rendendola più monumentale. Un tempo dall’alto pendeva una lampada ad olio, sostituita oggi dai numerosi lumini che tanti accendono ai suoi piedi. Non sappiamo il nome del suo autore e nemmeno il motivo della sua collocazione in questo tratto di portico. E’ logico supporre che il proprietario di questo edificio fosse un forlivese e che intendesse conservare a Bologna la venerazione di quella Madonna alla quale era tanto affezionato.
Culti simili nei dintorni: a Faenza, viene venerata un'altra Madonna del Fuoco, festeggiata il 19 novembre ed oggi collocata nella Chiesa di S. Domenico di Faenza. Si tratta di un dipinto probabilmente risalente al XV-XVI secolo, di stile bizantineggiante, la cui iconografia originaria raffigura la Vergine con una stella sulla spalla sinistra, il Bambino alla propria destra con in mano un globo sormontato da croce. Il culto ebbe inizio il 2 agosto 1567, quando la tavoletta fu miracolosamente risparmiata dalle fiamme di un furioso incendio scoppiato in una casupola del Rione Rosso. Da allora i fedeli di Faenza e delle diocesi invocano la Madonna del fuoco nelle loro avversità.
Fonti d'informazione ed immagini:
- Madonna del Fuoco di Forlì
- Madonna del Fuoco su Wikipedia
- “Storia di un'immagine in bronzo della Madonna del Fuoco: tra guerra, religione e rinascita” - a cura della Redazione di Forlì Today (04 febbraio 2023) - Madonna del Fuoco di Bologna
- Periodico “La Torre della Magione” - maggio-agosto 2015 – La Madonna del Fuoco a cura di Giovanni Paltrinieri
- Portico degli Alemanni, Bologna - foto di Francesca Monti - Madonna del Fuoco di Faenza
- Madonna del Fuoco di Faenza – a cura di Storia e Memoria di Bassa Romagna (smbr.it)
- “Ecco perché si celebra la “Madonna del fuoco”. A difesa del creato” - articolo di Gianluca Franco su In Terris (19 novembre 2021)





