Tipologia: bassorilievo in terracotta (datazione non certa)

 

Collocazione: Casa Museo Nena (Giardino d'inverno), Casalecchio di Reno, via del Lavoro 46.

 

Origine del culto: Sigmaringen, Hohenzollern (Germania), XVIII secolo. Il santo è patrono della regione e dei giuristi. In Emilia-Romagna, il culto è particolarmente diffuso a Parma, Ferrara, Faenza.

 

Descrizione: questo bellissimo bassorilievo realizzato in terracotta è posizionato sul muro di cinta della Casa Museo Nena, ovvero la dimora Rivani, Boschi e Garagnani di Casalecchio di Reno ed è possibile osservarlo da vicino recandosi nel Giardino d'inverno della villa.

Gli attributi più comuni del santo sono la mazza ferrata, la spada (strumenti del suo martirio da parte dei calvinisti), la palma del martirio, il capo recante ferite mortali.

Altri attributi, riscontrabili in opere e dipinti spesso postumi alla beatificazione (1729) ed alla canonizzazione (1746), sono il libro o il crocifisso.

Nel caso di questo bassorilievo, compaiono due degli attributi principali: la mazza ferrata, ben visibile sulla sinistra ai piedi del santo, e le ferite al capo.
Il terzo attributo era retto nella mano sinistra del santo, purtroppo non presente, pertanto non è possibile stabilire con certezza di quale oggetto si tratti.

Ma osservando la mano destra del santo appoggiata sul suo cuore in segno di fedeltà verso la parola di Dio, potremmo ipotizzare che reggesse il libro o il crocifisso, simboli che maggiormente rappresentano la sua fede nella religione cattolica e la sua opera di evangelizzazione tra le popolazioni.

Segni di ricostruzione dell'antica icona sono visibili su tutta la superficie. Il bassorilievo era infatti collocato originariamente presso le abitazioni dei mezzadri dell'azienda, che sorgevano dove oggi si trova il casello autostradale di Casalecchio di Reno. L'opera è stata poi traslata all'interno della villa per volere della Contessa Cesarina Garagnani al fine di essere preservata.

La datazione dell'opera così come i motivi della sua collocazione originaria (e quindi anche della presenza del culto religioso-popolare nel borgo) sono incerti. E' possibile che il culto di questo santo, vissuto tra il 1578 ed il 1622, che fu prima avvocato e poi membro dalle grandissime capacità oratorie dell'Ordine dei Frati Cappuccini, nonché protomartire della Congregazione di “Propaganda Fide”, sia stato portato qui dai numerosi pellegrini provenienti dal nord che percorrevano il territorio, oppure diffuso, dal XVIII secolo, dagli stessi Cappuccini presenti a Bologna dal 1554. Ricordiamo che a santificare Fedele da Sigmaringen nel 1746 fu Benedetto XIV, papa bolognese meglio conosciuto come Prospero Lambertini. Questo può avere dato la spinta all'ordine per promuovere la sua figura ed il suo culto nel territorio bolognese.

 

Culti simili nei dintorni: nella Cattedrale di Ferrara, è posta una scultura che raffigura il santo con i suoi attributi realizzata da Pietro Turchi. A Bologna e provincia, non si riscontrano al momento altre opere di natura popolare simili a questa. Pertanto, allo stato attuale, la presenza del santo nella cultura religiosa popolare del territorio bolognese sembra essere assolutamente straordinaria.

 

Fonti d'informazione ed immagini:

 

  • Ringrazio Guido Scesi, curatore e direttore della Casa Museo Nena, per le informazioni ricevute sul bassorilievo conservato presso la villa di famiglia.

    www.museonena.it

     

  • San Fedele da Sigmaringen (1578-1622)

  • Nella galleria immagini abbiamo raccolto alcune delle iconografie del santo che abbiamo trovato di particolare interesse.



 

 

Genziana Ricci
Sono Genziana Ricci, una blogger curiosa e da sempre appassionata di storia, cultura e arte. Ho creato questo blog per condividere con i lettori piccole e grandi storie del territorio di pianura bolognese, ferrarese e modenese. Credo profondamente nel valore del confronto e della divulgazione di conoscenze legate alla nostra storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio, perché sono parte della nostra identità e possono offrire alle nuove generazioni insegnamento e arricchimento. Del resto, la storia ha bisogno di camminare sempre su nuove gambe.

 

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